Il Giardino della Palma Mazari è un tentativo di catturare l’interazione tra alcuni dei paesaggi selvaggi più distintivi ma poco conosciuti dell’Afghanistan e il regno coltivato dei suoi campi e frutteti.
Prende il nome dalla Palma Mazari (Nannorrhops ritchiana), una specie caratteristica dei corsi d’acqua rocciosi nelle province orientali montuose. Il giardino è strutturato attorno al suggerimento di un letto di fiume asciutto, che serpeggia dolcemente prima di aprirsi a ventaglio attorno al gruppo di palme nella sua estremità inferiore. Da un lato, a partire dalle palme, una serie di comunità di piante selvatiche evocano la salita su un pendio di montagna semi-arido verso una foresta di cedri aperta. Dall’altra parte del fiume, campi dolcemente terrazzati di crochi zafferano e rose damascene punteggiati da alberi da frutto e un pergolato d’uva si innalzano verso una rustica area salotto circondata da aiuole fiorite e ombreggiata da un platano orientale e da un semplice pergolato. Questo angolo riparato rappresenta la parte più addomesticata del giardino, che richiama l’orticoltura quotidiana afghana e l’amore per la socializzazione in pittoreschi spazi verdi. Una rete di sentieri e un piccolo ponte che invitano a un’esplorazione prolungata attraversano lo spazio, pensati per integrare le idee di “natura selvaggia” e “giardino” giustapponendole.
Gran parte della palette di piante tradizionali afghane utilizzate nel giardino collega l’Asia Centrale al Mediterraneo, dai melograni e mandorli al platano orientale, oleandri e narcisi.

Nicholas Roth attualmente ricopre il ruolo di Bibliotecario delle risorse visive per l’arte e l’architettura islamica presso la Biblioteca di Belle Arti dell’Università di Harvard (Boston – USA). Prima di assumere la sua posizione attuale, ha lavorato per un’azienda di progettazione paesaggistica, creando giardini che attingono a una gamma di habitat selvaggi locali, comunità vegetali e paesaggi culturali, dalle paludi alla macchia costiera secca e alle dune. Da sempre appassionato dell’intersezione vissuta tra storia, cultura e orticoltura pratica, è un giardiniere di lunga data la cui ricerca, il giardinaggio e il lavoro di progettazione sono inestricabilmente intrecciati.