Durante le sue lezioni il paesaggista-botanico Noel Kingsbury invita gli studenti ad abbassarsi a quota ‘rabbit’s eye view; osservando le piante dalla visuale di un piccolo animale selvatico, si scopre il retrobottega del giardino: là dove occhieggiano gemme latenti e radicano fusti striscianti si comprendere il ‘come funziona’ delle comunità vegetali e se ne intuiscono in anticipo le linee di sviluppo.
E’ in questo invito a guardare la pianta non solo dall’alto verso il basso – metaforicamente e non – che sta lo spirito del progetto: il visitatore ha modo di scendere al di sotto del piano di campagna e dare una furtiva occhiata non solo ai dettagli del sistema caulinare, ma anche a quell’apparato radicale che è al contempo il subconscio del paesaggio emerso (in cui trovano motivazione i comportamenti ‘pubblici’ della società vegetale) e il protagonista di un paesaggio a sé stante, ricco di disegni botanici inediti e – come insegna l’ecologia del terreno – di occulte storie di interazione tra flora e fauna. Un’aiuola dove diverse categorie di piante (alberi, arbusti, erbacee perenni e annuali…) e quindi diversi apparati radicali (fittonanti, fascicolati, ramificati, rizomatosi, bulbosi…) si intrecciano, è sezionata a metà da una trincea in cui, attraverso atipici ‘spioncini’, si soddisfa la curiosità di vedere cosa sta sotto al tappeto della vegetazione aerea. All’evoluzione del sopra, corrisponderà quella del sotto: i paesaggi inquadrati dalle finestre saranno via via percorsi da nuove strade a seconda che le condizioni favoriscano la largheggiante esplorazione superficiale delle radici di un giovane albero, il fitto disseminarsi di annuali fittonanti, o la solida avanzata a falange di carnosi rizomi.
Di SCENDERE è il giardino in cui le piante sono considerate nella loro interezza: non solo per ciò che di esse vuole apparire, ma anche ciò che kryptesthai philei (“ama nascondersi”); e in cui l’osservatore si scopre ‘piccolo animale’ stimolato nel più giocoso dei suoi istinti: quello di svelare ciò che è nascosto.

Il team, composto da Andrea, Marta e Sofia, prende forma nella città di Milano.
Marta e Sofia si incontrano in ambito universitario, frequentando il corso di Progettazione delle aree verdi e del paesaggio Inter-ateneo, dove iniziano a collaborare dapprima in ambito universitario e poi in quello lavorativo. Entrambe si ritrovano a frequentare il vivaio di Cascina Bollate, chi per volontariato nel caso di Marta, oppure nel contesto del tirocinio per quanto riguarda Sofia, dove conoscono Andrea, uno dei vivaisti della cooperativa. Andrea proviene da un percorso di studi di Agraria all’Università degli Studi di Milano e da un corso specializzante nella Scuola di Agraria del Parco di Monza. Tutti e tre, con storie e percorsi differenti alle spalle, sono accomunati dal desiderio di apportare all’ambito della progettazione paesaggistica un contributo contemporaneo e attento alle nuove sfide, al passo con i cambiamenti che coinvolgono il mondo e la natura. Collaborano da allora alla realizzazione di progetti di giardini e terrazzi, cercando sempre ispirazione da ciò che li circonda.