EDIZIONE 2019
Giardini Produttivi

“Giardini produttivi” è stato il tema dell’edizione 2019: un evento capace di unire arte, cultura e tutela dell’ambiente come elementi costitutivi di un territorio straordinario.

Il giardino di Alcinoo, descritto da Omero, è uno dei più importanti archetipi del giardino, in cui era coniugata la bellezza, l’utilità (produzione di frutti e ortaggi), l’eterna primavera. Si tratta di ambiti spesso presenti nel giardino tradizionale mediterraneo, ma che continuano ancora oggi ad essere di cogente attualità.
Il giardino della reggia di Alcinoo, uno spazio racchiuso dove crescevano numerose piante utilitaristiche, fruttiferi soprattutto ma anche ortaggi. Tale giardino, per la continuità della produzione, è stato a lungo l’immagine dell’eterna primavera, strettamente connesso al giardino tradizionale mediterraneo.
Il tema del giardino produttivo, utile, è ancora ampiamente presente: uno spazio a verde, che produca frutti, fiori, biodiversità, odori, emozioni, ossigeno, relax, divertimento, energia rigenerante, è un archetipo che non viene mai meno.
Proprio per questo, il tema proposto per l’edizione del 2019 del Garden Festival è quello del giardino produttivo, un giardino che sappia coniugare, in maniera originale, per l’uomo del terzo millennio l’ancestrale bisogno di utilità con le nuove esigenze estetiche e di fruizione della società contemporanea.

EDIZIONE 2019
Progetti
ANTONIO PERAZZI
Home Ground

E il giardino produce il giardiniere che lo abita, lo accarezza, lo annusa, ne raccoglie i frutti esotici. Home ground, Terra di casa, è un giardino capace di dare forma e prendere la forma delle piante. Un parterre centrale a scacchiera detta le regole di un nuovo rapporto con la natura, l’acqua trasformista ne compie una variazione. La pietra di basalto semplicemente tagliata è il corpo di una casa capace di accogliere. Poi le piante: i frutti tropicali che rappresentano il futuro, le siepi di gelsomino e malvarosa che sono la tradizione. Cycas, Plumeria, Brachychiton, Hedychium, Cestrum, Cereus, Erytrina: pura seduzione. In questo giardino si crea un ambiente naturale con gli elementi che già vi sono, senza scartare nulla, operando solo attraverso la scomposizione e il riassemblamento. Il progetto trova la sua collocazione naturale tra la saia e la torre dove la dactylifera e le tamarix segnano il limite naturale di un nuovo giardino.
Antonio Perazzi ha realizzato il progetto con la gentile collaborazione di Gaetano Zoccali e Benedetta Forni.
Hanno collaborato: Silvia Ciacci, Elena Villa, Dalila Nessi, Adriano Fossati.

ANDY STURGEON
Layers

Si ispira all’anatomia delle piante e le pareti sinuose ricordano proprio i petali dei fiori o le foglie carnose della cipolla, che a un certo punto esplodono di vita. I visitatori vengono guidati attraverso il giardino, chiusi tra le pareti scultoree, enfatizzando così la dipendenza intrinseca dell’uomo dalle piante. L’acqua è elemento essenziale e si trova nel cuore del giardino dove ombra e riparo sono forniti dagli alberi e dai muri circostanti. Siamo realmente di fronte a una storia a “strati” (Layers, appunto) con una trama secondaria: le pareti a cipolla sembrano scorrere lungo il pendio, nel quale si evince la presenza dell’Etna, le cui colate laviche hanno reso i fertili i terreni. In questo giardino ornamentale troviamo inoltre piante e frutti commestibili.

Colori nel verde Garden Design
Arcobaleno di Spighe

Ondeggianti e dorate, da sempre simbolo di ricchezza e prosperità, le spighe del grano di sette varietà antiche siciliane simboleggiano i sette colori dell’arcobaleno. Profumate e colorate, le spighe delle piante nettarifere ed officinali sono dedicate agli insetti impollinatori tanto preziosi per le nostre coltivazioni; tutte disposte in modo da disegnare un arcobaleno che cambierà colore e aspetto attraverso le stagioni. Fasce di cenere vulcanica a celebrazione dell’Etna che si staglia sullo sfondo, si alternano al fogliame e alle fioriture, esaltandone i colori. Fa da sfondo un bosco costituito da alberi e arbusti fruttiferi mediterranei. L’osservatore potrà così riscoprire un giardino che, valorizzando il passato, possa nutrire il futuro.

Anna Rhodes, Clare Flatley
Carmine Catcher

La disponibilità del carminio ha contribuito a materializzare il desiderio ancestrale di audacia nell’uomo. Molte civiltà hanno utilizzato questa tecnica estrattoria già in tempi antichissimi, come in Sud America dove è stato utilizzato sin dal II secolo a.c. La struttura del giardino invita il visitatore a camminare in una scenografia agricola attraverso i filari di fico d’India, sotto i quali sono appesi i tessuti che si ispirano ai processi tintorei. Accanto a questi, dei vasi smaltati rappresentano, con le varie tonalità di rosso, il prezioso prodotto macinato e le varie sfumature ottenibili. In questo ambiente arido le ciotole di rosso carminio ricordano al visitatore il suo valore come risorsa e la forza del carminio vuole invitare le persone a fermarsi e a riaccendere il desiderio, in un mondo in cui le immagini sui social media stanno appiattendo ogni attenzione, per un elemento che esprima già da solo così tanta forza.

Nacl Team
Come back to Itaca

Con la forma archetipica dell’inclusione il giardino protegge e custodisce un intimo segreto che si lascerà svelare soltanto dal viaggiatore più temerario. Come per Ulisse, anche per il visitatore il viaggio sarà la vera fonte di arricchimento.
Il tema della produzione viene infatti affrontato attraverso due chiavi di lettura. Se da una parte, avvicinandosi al centro, il visitatore osserverà un incremento della produzione vegetativa nei pressi dell’elemento acqua, dall’altra si arricchirà di pensieri e riflessioni compiendo un’esperienza sensoriale introspettiva. Alla fine del percorso il visitatore si ritroverà su un terreno arido, trasformato dalla saja e dalle conoscenze raccolte durante il viaggio.

Guillaume Servel
Il Giardino della Signora

Il Giardino descrive una forma di brutalità effimera dell’oscurità e la materia incandescente che scivola nei boschi, ostruendo le strade e imponendo un nuovo confronto con la natura: in Sicilia, la signora ridisegna i territori in modo imprevedibile e perpetuo. Tuttavia, dietro questa brutalità il vulcano affascina. Da questo suolo, produce nuove forme, offrendo questo sublime paesaggio di una Natura che rinasce, si adatta ai vincoli e mette in luce alcune improbabili capacità resilienti.
Diventa il giardino produttivo offrendo all’uomo la ricchezza di un terreno produttivo dove olive, agrumi, pistacchi e palme trovano tutte le risorse necessarie per il loro sviluppo per disegnare questo paesaggio agricolo. La scala ridotta del Giardino della Signora è l’occasione di un’improbabile giusta opposizione tra due giardini: quello offerto dalla Natura con forme organiche e stimolanti e quello modellato e strutturato dalla mano dell’uomo. Due espressioni del giardino produttivo con un solo punto in comune: il suolo.

Elena Gazzi, Peter Grant
The Babyloninan Cradle

I giardini babilonesi furono costruiti per Ishtar, Dea dell’amore e della guerra, figlia della luna e sorella del sole. Spesso rappresentiamo il giardino con estrema bellezza e ci dimentichiamo che fu creato per soddisfare i bisogni essenziali primari. Nel giardino The Babylonian cradle (La culla babilonese) i cuscini ci accolgono a sedere, il profumo della menta ci rende impazienti di dissetarci, le ombre dei papiri ci rinfrescano e i limoni risvegliano le nostre narici. Le “palme”, effimere, rimangono l’unico lusso estetico del giardino.

Lorenzo Decembrini, Ilaria Tabarani
Può un giardino produrre acqua?

Il visitatore potrà così passare dal giardino Pantesco, al Tu’rat al Warka water, apprezzando sia la produzione di piante utili (edibili e officinali provenienti dall’Oriente, dal Mediterraneo e dalle Americhe) che le tecniche rivisitate e adattate alle esigenze contemporanee. Un’insolita esperienza, un’ecoprogettazione che risponde ad una problematica più che mai attuale come il risparmio idrico. Può un giardino produrre acqua? La risposta è sì!

Marco Vomiero
Polifilo incontra Candido

Nel giardino si unisce l’esperienza estetica di Polifilo con il proposito etico di Candido. Dopo aver superato un anello di agrumi, troviamo delle piante aromatiche mediterranee a raccordare questa forma circolare con il quadrato formato dalle sedute, che creano un grande spazio di incontro, una sorta di caffè letterario all’aperto. Al centro del giardino, dei quadrati con piante.

Domenico Dipinto, Marica Succi, Enrico Turini, Elena Varini
Planta Sapiens

Dal confronto tra l’uomo e la pianta nasce l’idea di un giardino produttivo insolito, in cui ambiente antropico e naturale si contrappongono per mostrare la resilienza del mondo vegetale e l’instabilità di quello antropico. In questo luogo le persone potranno camminare, sedersi e riflettere sul proprio stile di vita. Grazie alle specie vegetali, ogni giardino è in grado di produrre fiori e frutti, creare energia, offrire esperienze sensoriali, ma nel periodo in cui viviamo, e in cui siamo noi il principale agente eco-sistemico, è importante generare nuovi pensieri che portino alla consapevolezza che l’uomo moderno può ancora imparare molto da esseri viventi più sapienti.

Rebeca Nuevo Mayán, Adrián Oubiña Esperón
The Long Path

Questo percorso suggerisce di vagare tra i due filari di viti, osservare come la crescita della produzione del vino sia partita dai semi per ottenere l’uva, mettendo così in scena il tempo necessario, nel processo agricolo, per ottenere il prodotto finale. Dopo aver attraversato il sentiero, troviamo un rifugio, una scala per sedersi e un ulivo, che ci protegge dai raggi del sole nei giorni più caldi dell’estate. Dopo una lunga camminata troviamo pace e riposo sotto l’ombra di un albero; la passeggiata attraverso questo giardino ci aiuta ad ammirare la bellezza del paesaggio produttivo del Mediterraneo e ci fa riflettere sulla capacità delle persone di trasformare il nostro paesaggio.

Giulia Baldini
The Garden of Essences

In un’era dove ogni risorsa è disponibile, è facile dimenticare il vero significato di benessere e questo giardino vuole focalizzarsi proprio sulla produzione di salute, fisica e mentale.
Lo spazio si sviluppa attorno ad una spirale, un omaggio all’architettura classica ma anche al frattale che spesso si riscontra in natura. Il percorso curvo si fonde con il paesaggio roccioso, incoraggiando il visitatore ad adottare un passo lento. La piantumazione è stata scelta per stimolare la vista quanto l’olfatto: dagli olivi scultorei alle piante aromatiche quasi tutte le piante selezionate hanno una storia antica legata alla medicina, all’aromaterapia o alla cosmesi. Al centro del giardino una seduta invita i visitatori a rilassarsi e con il gentile suono del muoversi dell’acqua a cadere in un sereno stato di meditazione.

Categories

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California

The Loquet Museum fuels a journey of discovery across time to enable
solutions for a brighter future rich in nature and culture.